Rivista Antas agosto 2014 – recensione album
Tra le tante novità del panorama musicale isolano imperdibile è l’uscita dell’album di esordio dei NIERA, band fresca e attuale che ha come strumento principale quello della lingua sarda, esaltata e valorizzata nei testi e nelle melodie. Non vi aspettate di ritrovare richiami agli strumenti tipici dell’Isola: il progetto di Salvatore Chessa (guitar), Alessandro Damini (guitar), Angelo Pinna e Antonio Faedda (tastiere e synt.), Alberto Santoru (drum), Antonio Doro (bass) e Luca Mascia va ben oltre e vuole superare le barriere del tempo e dello spazio, ricercando sonorità originali e mai scontate. Il genere è un pop-rock ricercato e raffinato, che porta in sé influenze e importanti apporti di respiro internazionale, rivisitati e resi unici. L’album è composto da 10 songs: No est Fatzile, la prima di questo preziosissimo lavoro, racchiude in sé un po’ tutto il senso del “racconto” che attraverso l’ascolto, brano dopo brano, viene rivelato. Un racconto tessuto su una trama a tratti ancestrale, con richiami alla mitologia sarda come in Jana, dove musica e testo ci fanno immergere in un mondo antico, fatato ma ancora presente, dove le ombre e la paura dell’ignoto incutono ancora timore (Umbras) per poi riportarci con estrema maestria verso il presente, accompagnando l’evolversi della tessitura con note a tratti dolci e pacate come in Dansana, dove riecheggiano lo stupore e la meraviglia dei bambini da riscoprire e con note a tratti più dure e schiette, con riflessioni importanti e di estrema attualità (Vida ti cheria e Die). Ma non mancano anche excursus eleganti e geniali ispirati allo stile ”bossanoviano” che accompagnano un delicato messaggio d’amore di una madre verso un figlio, come in Amore e anima. L’ultimo pezzo, Lughe de triulas, chiude l’album e il racconto che a tratti parla di un amore complicato a tratti semplicemente della vita in generale, lasciando aperta la porta per una prossima ed entusiasmante storia da narrare. C’è un velo di malinconia che viene spazzato via dalla voglia di riscatto e dalla speranza che emerge per tutto il percorso, arricchito e valorizzato dalla magistrale interpretazione vocale di Luca Mascia. I testi sono di Salvatore Chessa e Alessandro Damini, mentre gli arrangiamenti musicali sono frutto di accurata ricerca e sperimentazione di tutti gli altri componenti. L’album è prodotto dalla Menhir Records, nuova e giovane etichetta discografica di Alghero che porta avanti un progetto incentrato proprio sul sardo e le sue diverse vesti musicali, mirato alla sua esportazione oltre i confini dell’Isola.
testo di: Mary Manghina
Menhir Records – Alghero Genere: Pop Rock