Rivista Antas dicembre 2014
“… la neviera è un luogo dove si conserva la neve per tenere in fresco cibi e bevande …
è un po’ quello che facciamo anche noi con il nostro progetto: conserviamo la
nostra lingua portandola al cospetto dei nostri giorni con una nuova veste … NIERA.”
Una piazza. Un palco. Parole che per chi fa musica possono significare tanto e regalare soddisfazioni ed emozioni uniche. Simboli che evocano sogni realizzati e ancora da aggiungere. Ed è ciò che hanno rappresentato per i NIERA, agli esordi quest’anno con il primo lavoro discografico dall’omonimo titolo.
Il percorso per arrivare a questa prima tappa non è stato semplice. E non lo è mai per chi, con pochi mezzi a disposizione (il disco è autoprodotto) ma con un’enorme voglia di fare, si cimenta a creare qualcosa dal nulla. Dopo due anni intensi, il 5 agosto si concretizza ciò per cui Salvatore Chessa e Alessandro Damini (chitarre), con Angelo Pinna e Antonio Faedda (tastiere e synt.), Alberto Santoru (batterie) e Antonio Doro (basso) insieme a Luca Mascia (voce) hanno tanto lavorato.
Il cd Niera, con 10 tracce completamente inedite, è finalmente una realtà tangibile. E il successo preannunciato già dal lancio del singolo No est Fatzile qualche mese prima non delude le attese. In poco tempo viene distribuita gran parte delle copie prodotte, il pop raffinato e ricercato che si fonde in una veste originale con i testi in sardo conquista da subito una bella fetta di pubblico e il primo concerto live lo conferma.
La location è la stessa Ittiri che ha visto nascere e crescere i Niera, dove il 12 settembre una piazza e un palco hanno regalato ai 7 ragazzi sensazioni inaspettate. “Fra tutti gli spazi disponibili abbiamo scelto il cuore della città, Piazza Marconi, una scelta mirata e in un certo senso simbolica”; uno spazio che ha accolto quella sera migliaia di persone. Ospite dell’esordio ufficiale una madrina “alicantina”, Pilar Arejo, giovane promessa spagnola, che ha eseguito accompagnata dalla band alcuni brani del suo album A Cielo Abierto, tra cui Libre, tradotta in sardo per l’occasione da Salvatore Chessa. Durante il live i Niera non si sono risparmiati e hanno riproposto le loro canzoni rispecchiando esattamente le versioni “da studio” del cd. Tutto rigorosamente dal vivo, senza deludere affatto le aspettative.
Ma la sorpresa più grande è stata per la band: “Suonare le nostre canzoni e vedere tutta quella gente cantarle una dopo l’altra d un solo mese dell’uscita del disco è già un sogno realizzato”. Incredibile il riscontro di pubblico ottenuto in così poco tempo: “Ci è servito per recuperare un po’ di autostima nelle nostre capacità e su tutto il progetto”. Ovviamente chiedo quale sia stato il momento più toccante, e la risposta è stata unanime: “L’emozione più forte? Con l’ultimo brano in scaletta, No est fatzile, quando la voce del pubblico è riuscita a sovrastare le migliaia di watt dell’impianto”.
Una prova generale perfetta in attesa del primo tour dei Niera per le piazze dell’Isola che partirà la prossima stagione estiva, supportato dall’Agenzia di Spettacolo “La Girandola” di Olbia.
testo di: Mary Manghina
fonte: ANTAS il portale della musica e della cultura sarda