Salvatore Chessa (chitarra)
Folgorato da un concerto dei “Los Amigos” nei primi anni ’90 mi sono avvicinato alla chitarra, il tanto indispensabile per mettere giù qualche accordo che mi permettesse di scrivere le mie prime canzoni. Avevo appena 13 anni ma già mille idee che mi frullavano per la testa! Come tanti ragazzini sognavo la vita da rockstar, e con il mio primo strumento (una racchetta “Duplon”) mi accingevo a estenuanti e interminabili sessioni live!
Sono cresciuto ascoltando i Beatles, per poi avvicinarmi alla musica italiana anni ’90, dai Litfiba ai Negrita, Timoria e soprattutto Ligabue, e passare in seguito all’alternative rock degli Afterhours, Marlene Kunz e i Verdena. Ho iniziato a comporre canzoni fin da giovanissimo, e il mio approccio con la chitarra in realtà è stata più una necessità che una vera e propria passione, proprio per poter dar vita alle mie composizioni.
Mi piace “raccontare”, attraverso la musica, la vita di tutti i giorni, i problemi quotidiani, l’amore…. Mi piace ricreare attraverso le parole degli scorci, come fossero degli scatti fotografici di situazioni che rispecchiano il vissuto di tutti, momenti in cui molti possano ritrovarsi e rispecchiarsi, traendone poi ognuno la propria interpretazione personale. Proprio per questa spigliata vena artistica “da compositore” le band di cui ho fatto parte in passato proponevano moltissimi pezzi inediti in italiano e poche cover, a differenza della tendenza generale della maggior parte delle altre formazioni musicali.
Crescendo poi mi sono appassionato alla poesia “in limba”, ho letto diversi libri e raccolte di autori sardi, e da qui il desiderio di trasportare quel tipo di poesia in musica è stato immediato! Col tempo e affiancandomi a musicisti capaci e talentuosi, che ho avuto la fortuna di reclutare tra i miei stessi amici, ho anche imparato ad apprezzare sempre di più la ricerca di sonorità e arrangiamenti più ricercati e originali.